La Roma torna in sella: battuto il Parma in rimonta

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Vincere era l’unica cosa che contava per dimenticare le amarezze del recente passato, e la Roma lo ha fatto. Senza non poca sofferta, battendo all’Olimpico in rimonta il Parma. Kucka su rigore aveva firmato il vantaggio emiliano, poi il pari di Mkhitaryan e il sorpasso di Veretout. Tante occasioni sprecate, ma i tre punti servivano come il pane.

Le scelte di Fonseca e D’Aversa Nella Roma, oltre Santon, out per infortunio Smalling con Cristante al centro della difesa. Non c’è neppure Kluivert, non convocato per scelta tecnica, mentre D’Aversa deve fare i conti solo con l’assenza di Inglese. Fonseca conferma il 3-4-2-1, con Mancini, Cristante e Ibanez davanti a Pau Lopez. In mezzo Diawara e Veretout, con Bruno Peres e Spinazzola larghi sugli esterni, Pellegrini e Mkhitaryan a supporto di Edin Dzeko. D’Aversa si affida invece al collaudato 4-3-3, con Sepe tra i pali, Darmian, Alves, Iacoponi e Pezzella nei qattro di difesa, Kucka, Hernani e Barillà in mezzo, Kulusevski, Cornelius e l’ex Gervinho in prima linea. La Roma ha inteso ricordare il maestro Ennio Morricone, scomparso lunedì scorso all’età di 91 anni e grande tifoso romanista, con una patch speciale sulla maglia a lui dedicata con la scritta “Grazie Maestro”.

 Doccia gelata La Roma parte a testa bassa vogliosa di fare la partita, ma il match prende subito una brutta piega. Cornelius va via in campo aperti, contatto in area con Cristante e va giù. Fabbri in un primo momento lascia correre, poi viene richiamato dal Var Mazzoleni e si affida all’on field rewiew e indica il dischetto. Si sente chiaramente la frase “La palla non la prende mai”. Rigore e ammonizione per Cristante: era diffidato e salterà Brescia di sabato prossimo. Dagli undici metri Kucka, Pau Lopez spiazzato e Parma avanti. La Roma si scuote subito, spinge bene sugli esterni, è sempre prima sulle seconde palle, Parma costretto ad arretrare. Percussione di Bruno Peres, conclusione deviata in angolo. Pellegrini si coordinata bene, gran diagonale, Sepe è battuto, palla sul palo. I giallorossi fanno la partita, ma la tranquillità non è cosa romanista e il Parma trova terreno fertile in controgioco. La Roma attacca, ma la manovra è lenta e prevedibile.

Ancora l’Armeno Bruno Peres e Spinazzola spingono con decisione, si trovano e il brasiliano ha ancora una doppia opportunità per far male, ma non è fortunato. Bruno Peres ha spazio a destra, si bene Pezzella e la mette in mezzo, bravo Pellegrini a fare velo e lasciare la battuta a Mkhitaryan che non sbaglia: 1-1 prima dell’intervallo. Poi è sfortunato Mancini, colpo di testa deciso, sfiorato in sessanta secondi il vantaggio. Non bella la prima frazione. Roma che si è complicata la vita con il rigore iniziale, manovra lenta, nella testa mille pensieri dopo il turbolento ritorno al calcio giocato, con tre sconfitte di fila. Manca la tranquillità, ma quanto sprinta la Roma fa buone cose: 1-1 all’intervallo, per i giallorossi poteva andare meglio, ma serve più cinismo. Dzeko ben controllato, incide poco. Per fortuna ci pensa Mkhitaryan, all’ottavo centro stagionale a sistemare tutto.

Veretout mette la freccia Dentro Kurtic per Cornelius nel Parma. Cresce la Roma perché Pellegrini e Mkhitaryan parlano la stessa lingua e duettano che è un piacere. Prende campo e fiducia la squadra di Fonseca che affonda e trova il vantaggio dopo una decina di minuti dal via. L’azione è corale, palla che arriva a Veretout dopo un assist del solito Mkhitaryan: collo interno destro per il 2-1 giallorosso. D’Aversa corre ai ripari, fuori Barillà, dentro Karamoh, mentre Fonseca richiama Bruno Peres per inserire Kolarov che si posizione a sinistra mentre Spinazzola torna a destra. Il vantaggio regala qualche certezza in più alla Roma che adesso si muove decisamente meglio. Gioco arioso, fasce battute con la solita insistenza, tanta qualità in mezzo, alla ricerca del gol della sicurezza.

Brividi Roma Il Parma si alunga nel finale e nel giro di un paio di minuti fa salire brividi sulla schiena ai giallorossi. prima con Mancini, che allarga il braccio in un contrasto in area con Kucka: Fabbri lascia correre ma viene richiamato da Mazzoleni all’all’on field review, ma decide di confermare la decisione presa sul campo. Mastica amaro D’Aversa che voleva la massima punizione. Il Parma insiste, la Roma, un pochino stanca, arretra i baricentro. Gervinho se ne va in campo aperto e la mette alle spalle di Pau Lopez, ma la bandierina era alzata e Fabbri, giustamente, annulla. Dieci alla fine e partita ancora aperta perché il Parma ha ancora birra in corpo. Dentro Caprari per Kulusevski per l’assalto finale. Cambia anche Fonseca, fuori Diawara e Pellegrini, dentro Villar e Carles Perez. E proprio Villa, appena entrato, ha la palla per chiuderla, ma la sua conclusione viene deviata da Sepe. Altro cambio, stavolta nel Parma che richiama Gervinho per Sprocati e Scozzarella per Hernani al tramonto del match. C’è spazio anche per Zaniolo che rileva Mkhitaryan che prende il giallo e sarà costretto a saltare la trasferta del Rigamonti. Sei i minuti di recupero concessi da Fabbri. Parma a testa bassa, Roma in controgioco, a denti stretti. Zaniolo si fa chiudere al momento della conclusione poi, Villar in pieno recupero Villar si fa ipnotizzare a porta vuota da Sepe e infine lo stesso Sepe chiude bene su Veretout. E finisce qui. Vince la Roma che cancella le amarezze del recente passato. Non è ancora guarita, perché le tensioni sono palpabili, ma i tre punti di stasera servivano come il pane, per la classifica (i giallororossi hanno agganciato di nuovo il Napoli) e per il morale.

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