Nations League. L’Olanda travolge l’Inghilterra e vola in finale

È l’Olanda l’avversaria del Portogallo nella finale della Nations League. Dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sull’1-1 grazie alle reti di Rashford nel primo tempo e De Ligt nella ripresa, gli Orange prendono il largo nella ripresa approfittando di due errori marchiani dell’Inghilterra: al 97° è Stones a perdere palla al limite con Pickford che ci mette una pezza, ma nulla può sul tap in di Promes sporcato da Walker. Al 114° è Barkley a regalare un pallone a Depay che serve in mezzo un liberissimo Promes che da due passi chiude la gara. La finale si giocherà domenica alle ore 20:45 a Oporto.

Ritorno orange Tre a uno all’Inghilterra, finale di Nations League conquistata. Rinascere dalle ceneri. Fenice olandese, senza Europa e Mondo, praticamente senza niente, neanche un’era fa. C’era una volta l’Orange, spremuta e poi senz’anima e competizioni che contano. Fin quando la Federazione non ha deciso di ripartire, di scegliere i giovani. Di scegliere un calcio diverso ma come quello che fu. Totale, totalizzante, l’Ajax è figlio di questa filosofia che ha Johan Cruyff sempre come filo conduttore. Matthijs de Ligt, che stasera ha sbagliato sul primo gol e che poi di testa ha incornato, che ha pareggiato, come contro la Juventus, il giorno della festa per l’Eredivisie degli ajacidi disse proprio che quel titolo avrebbe reso orgoglioso il quattordici più famoso della storia. Questa Olanda ha una difesa che è insuperabile, o quasi. L’imberbe De Ligt, che ha la voce d’un tenore e l’esperienza di un veterano, accanto al miglior centrale del mondo. Virgil van Dijk, sessantaquattro partite senza mai venire dribblato col Liverpool. Mai. Neanche una volta. Pazzesco, Maginot col Liverbird e col Tulipano. Ronald Koeman ha scelto il 4-3-3, perché è un marchio di fabbrica, è un’idea, un’icona. E’ quello, è il prefisso del calcio olandese. Una punta che punta non è, anche stasera, nel 3-1 all’Inghilterra, semifinale di Nations League, Memphis Depay. Un esterno non di primo pelo, Ryan Babel, uno giovane e inarrestabile, Steven Bergwijn del PSV Eindhoven. Non conta il nome ma la funzionalità. Per questo nell’undici c’è Marten de Roon dell’Atalanta, con un ajacide e prossimo blaugrana, Frenkie de Jong, e col campione d’Europa col Liverpool, Gini Wijnaldum. L’uomo giusto al punto giusto. Al posto. Nella nuova era dell’Arancia, ripartita dalle ceneri, senza Mondiale ed Europeo. Poi è ripartita, coi giovani, dai giovani. Dalle idee. E s’è ripresa il suo posto nella cartina.

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